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Strepitose Erica Mou & Orelle, conquistano il pubblico del Teatro Garibaldi
Un concerto in due set, dalle mille sfumature sonore. “Voci”, esperimento del Teatro Garibaldi, ha portato, per la prima volta sul palco del teatro comunale, Orelle ed Erica Mou, espressioni alte di un panorama vocale locale che sempre più diventa nazionale.
Glaciale e altera la prima, affettuosa e disarmante la seconda, le due artiste sembrano provenire da mondi lontani. Eppure sono entrambe figlie di una terra e di un mare che ancora le ammira.
Sul palco del 27 febbraio, per prima, sale Orelle. Ad accompagnare la cantante biscegliese, oltre al suo contrabbasso, due straordinari musicisti: Domenico Cartago al piano, Luca Abbattista alla batteria.
Su un tappeto di suoni acustici in cui rock, jazz e pop sperimentale di mescolano delicatamente, Orelle fonde con eleganza e in modo calibrato, voce e musica. È malinconico e complesso il suo gioco di parole, che non si dona tutto al pubblico, ma resta, in qualche modo, segreto. Il concerto spazia con disinvoltura in ambiti musicali diversi, sempre sul filo dell’incanto. E così, tra vocalizzi e loop station, l’atmosfera resta onirica e surreale.
Nel concerto, in cui la cantante biscegliese ha proposto brani tratti dal suo primo Ep: “Primulae Radix”, anche una dedica speciale alla sua mamma con il toccante “21 grammi”.
La seconda tranche del concerto ha visto protagonista l’artista biscegliese Erica Mou, solare artista nazionale, amata per la sua straordinaria semplicità. Una presenza cantautoriale dal peso specifico importante, in grado di illuminare di dolce intimismo qualsiasi cosa finisca nei suoi brani.
Il teatro sembra cucito addosso ad Erica: è il luogo in cui, con stile schietto e ironico, l’artista trova più naturale di chiunque lasciarsi trascinare dai ricordi. Una chitarra e la sua voce, pulita, precisa e senza difetti, la aiutano a parlare dritta al cuore e a far provare sulla pelle di chi ascolta tutte le sue emozioni. Non ha bisogno, lei, di estenuanti virtuosismi, perché ha la capacità straordinaria di cantare e ridere insieme. E di trascinare tutti nel suo universo musicale taumaturgico: sincero, pulito, semplice come i sogni di felicità di chiunque ha già capito che la vita non è una strada dritta come sembra.
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