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«Ho patteggiato ma sono innocente». Il vicequestore di Bologna Giovanni Preziosa racconta i 99 giorni in carcere
«Ho patteggiato per uscire dall’incubo ma sono innocente».
Giovanni Preziosa, 59 anni, biscegliese, vicequestore aggiunto di Bologna e in passato assessore alla sicurezza del capoluogo emiliano nella giunta di Giorgio Guazzaloca, reclama a gran voce la sua estraneità alle accuse che gli furono contestate al punto da fargli scattare le manette ai polsi lo scorso 3 settembre.
L’accusa, sostenuta dai pm Stefano Buccini e Stefano Ancilotto, era di aver intascato 162mila euro per delle informazioni ottenute grazie a degli accessi abusivi nei sistemi informatici dello stato, al fine di carpire notizie su eventuali indagini a carico del gruppo Mantovani, coinvolto nei lavori di costruzione del famigerato Mose.
Il dirigente del Commissariato Santa Viola ha trascorso 99 giorni in carcere. «A Verona, senza poter mai vedere anche un solo parente. Potevo solo scrivere» sottolinea Giovanni Preziosa, che accusa il sistema carcerario: «Gli agenti della polizia penitenziaria hanno potere di vita e di morte. Il direttore del carcere è un miraggio e il superiore degli agenti, l’ispettore, lo vedi qualche volta da lontano».
Ammesso al regime degli arresti domiciliari da dicembre, il biscegliese ha patteggiato una condanna a un anno e sei mesi per corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Assistito dai suoi legali, Alessandro Pellegrini e Renato Alberini, il vicequestore ha riconquistato la libertà.
Venerdì 25 luglio, a Bologna, Giovanni Preziosa ha parlato dell’esperienza in prigione, che l’ha inevitabilmente segnato, nel corso della presentazione del libro “In trappola” che il giornalista ed ex consigliere comunale felsineo di An, Massimiliano Mazzanti, ha dedicato alla sua vicenda.
«In quattro in una cella tanto piccola che non si poteva stare tutti in piedi. Due in piedi e due in branda. Il cibo? Immangiabile. La doccia? Coi vestiti addosso, così evitavi il contatto con il lerciume delle mattonelle» afferma il poliziotto, la cui argomentata denuncia dello stato d’invivibilità delle carceri italiane è contenuta nel libro.
«Oltre tre mesi di carcere, nel corso dei quali non sono mai stato sentito dai pm. Avrei potuto difendermi in un processo ma è facile dirlo da fuori. Ora farò il consulente» conclude Giovanni Preziosa.
VIDEO TRATTO DA E-TV EMILIA ROMAGNA

Chi è Vito Troilo
Giornalista pubblicista. Caporedattore, oltre che responsabile della redazione sportiva, di Bisceglie in diretta. Si occupa di cronaca, attualità, politica e spettacoli oltre che di sport. È grande appassionato delle tematiche che riguardano l'Europa orientale. Ha praticato calcio, pallacanestro e atletica leggera, è stato allenatore e dirigente di pallacanestro. Ha cominciato a scrivere articoli all'età di 10 anni. Ha collaborato con diversi quotidiani, tv, radio e riviste specializzate. Ha realizzato centinaia di telecronache e radiocronache sportive. Cura uffici stampa e campagne promozionali.