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Nella disperata difesa del sindaco a favore dell’invasione delle strisce blu è stato espresso un concetto che ha incontrato particolare attenzione in chi ha a cuore la vivibilità di questa degradata città. Ha detto che i parcheggi a pagamento costituiscono un disincentivo all’uso dell’automobile nell’area urbana.
Perbacco, anche io la penso come il sindaco e nessuno può certo attribuirmi particolari simpatie per il nostro fenomeno a Palazzo San Domenico. Premesso che per come conosciamo Spina, sappiamo che per perseguire i suoi obiettivi, farebbe di tutto per trovare punti di contatto pure con me e dunque diventerebbe improvvisamente interista, sognerebbe la dittatura del proletariato e affermerebbe di amare i Pink Floyd sin da ragazzino, va analizzato il concetto espresso sulle strisce blu, al netto di altre intenzioni.
Nei primi giorni di questa settimana ho avuto l’impressione che il traffico automobilistico fosse nettamente aumentato e ho attribuito -non saprei se a torto o a ragione, ditemi voi- la causa alla ricerca vana e interminabile del parcheggio libero e senza pedaggio da parte di tanti automobilisti. La diffusa e cattiva abitudine di usare l’auto anche per fare poche centinaia di metri è cosa nota. Questa abitudine può davvero ridimensionarsi se si lascia più spesso l’auto a casa, anche se le motivazioni dovessero essere più di carattere economico (non pagare il parcheggio) che di carattere ecologico (inquinare meno).
Benvenuta invasione delle strisce blu, allora? No, affatto.
E qui parliamo dell’aspetto politico-finanziario della questione.
Il provvedimento è chiaramente un mezzo per fare quanti più soldi possibili, ed è dimostrato dall’invasione di aree sulla litoranea. In estate non si sfugge, tanti si muovono per trascorrere la serata lì, anche da fuori città. E non c’è scampo, bisogna pagare per parcheggiare. Certo, si potrebbe utilizzare la bici, perché la pista ciclabile da quelle parti l’hanno fatta per questo, non per impedire il parcheggio libero su quel lato. Non per impedire il parcheggio libero su quel lato (l’ho scritto due volte per autoconvicermi che sia davvero così).
Se allora l’azienda appaltatrice e il comune hanno deciso di fare soldi spennando chi desidera o ha necessità di spostarsi con l’auto, i cittadini a questo odioso balzello possono rispondere diventando virtuosi e con inedita coscienza ambientale. Riduciamo drasticamente l’uso dell’auto e l’affare milionario dei parcheggi a pagamento sarà meno appetitoso di quanto lo abbiano reso, anche grazie al successivo aumento spropositato degli stalli previsti in numero inferiore sul capitolato iniziale.
Già, gli affari milionari con i servizi esternalizzati dal comune. Che sia la Alfano per l’illuminazione pubblica, la Cerin per la riscossione dei tributi, la Lombardi per i rifiuti recentemente dichiarata fallita, sembra che questa Amministrazione non riesca ad evitare di aggiudicare gli appalti a società dall’attività controversa. L’ex assessore Angelo Consiglio ha scovato notizie risalenti a qualche anno fa con protagonista la AJ Mobilità, la società a cui è stata affidata la gestione dei parcheggi a pagamento.
Da quelle notizie si evince che la società tardava a girare ad altri comuni per cui svolgeva lo stesso servizio, le somme incassate.
Che dire, càpitano tutte a noi.
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Chi è Mario Lamanuzzi
Da oltre 25 anni si occupa di giornalismo locale. Cofondatore de "La Diretta", nel 1999 ha fondato “Bisceglie quindici giorni”, dirigendolo fino al 2003. Ha diretto, in passato, anche i portali Bisceglielive e Molfettalive.