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Una domanda ricorrente rispetto alla gestione della spesa pubblica nella nostra città è se certe opere e certi servizi sarebbero costati di meno se affidati dopo una regolare gara di appalto o se gestiti in proprio dal comune.
Domande che mi posi quando lanciai una mini-rubrica intitolata “I conti della corte”. In quel periodo feci i conti sulla gestione del servizio di igiene urbana, sugli appalti per la manutenzione dell’illuminazione pubblica e sulla fornitura di energia per gli immobili comunali. Il risultato di quei conti fu lo stesso per tutti i casi: era stata fatta la scelta economicamente sbagliata.
Sulla gestione del servizio di canile sanitario e rifugio, dopo sette anni di affidamento alla stessa ditta privata, bisognerebbe porsi lo stesso tipo di domanda: non si sarebbe risparmiato se il comune avesse costruito una propria struttura e avesse gestito in proprio il servizio?
Il canile “Amici miei” svolge il servizio da ormai sette anni ricevendo un corrispettivo di circa 360.000 euro all’anno. Non avendo dubbi che i responsabili di “Amici miei” gestiscano la loro attività secondo i buoni criteri dell’amministrazione di impresa e cioè che da quei ricavi riescano a coprire le spese per il personale, l’ammortamento delle strutture e la remunerazione per i proprietari, è facile intuire che una struttura di proprietà del comune sarebbe stata nel breve termine più conveniente per le casse pubbliche.
Se ne è accorto il nuovo dirigente comunale Alessandro Attolico, che il sindaco ha fatto venire da Barletta dopo le frizioni con il dirigente della ripartizione finanziaria Angelo Pedone.
L’esito però, per il momento non è cambiato. “Amici miei” continua il servizio in proroga e anzi, chiede un aumento considerevole del corrispettivo (da 1,49 euro + iva a cane per ogni giorno a 2.00 euro + iva a cane per ogni giorno). Ne ha parlato tempo fa Serena Ferrara in un ottimo ed esauriente articolo su questo giornale.
La differenza con gli affidamenti del passato è che il dirigente Attolico almeno prende coscienza di alcune cose che ogni persona dotata di buon senso intuisce. Intanto rigetta la richiesta di aumento e propone di continuare alle stesse condizioni economiche, con la motivazione che tale richiesta comporterebbe «l’abnorme espandersi della spesa sostenuta a tale titolo, in considerazione dell’elevato numero di animali presenti nel rifugio». Dunque «si rende necessario approfondire la tematica in argomento, tenuto conto dell’attuale quadro normativo, anche in relazione alla sostenibilità degli oneri ricadenti sull’ente».
Al comune qualcuno si è accorto che questo servizio inizia a costare troppo e che potrebbe costare ancora di più se si accettassero le nuove condizioni economiche richieste da “Amici miei”.
Allora sapendo che la Asl continua a dire che non ci sono strutture idonee nel suo territorio ad ospitare i cani ricoverati a Bisceglie, il comune continua con l’affidamento alla stessa ditta anche se quest’anno le proroghe sono diventate mensili e questo lascia presagire un cambio di linea sulla questione.
Lo dice anche lo stesso dirigente Attolico nelle continue determine di affidamento, quando ravvisa la possibilità di procedere «all’adozione degli atti necessari per dar corso all’affidamento pluriennale del servizio in questione, ai sensi di quanto previsto dal nuovo codice degli appalti pubblici decreto legilativo n° 50/2016».
C’è chi ha visto la luce su questa faccenda o forse, c’è chi si è preso la responsabilità di adottare provvedimenti di sana amministrazione pubblica.
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Chi è Mario Lamanuzzi
Da oltre 25 anni si occupa di giornalismo locale. Cofondatore de "La Diretta", nel 1999 ha fondato “Bisceglie quindici giorni”, dirigendolo fino al 2003. Ha diretto, in passato, anche i portali Bisceglielive e Molfettalive.